Dic 10, 2020

Cin in Rosa!

Lanciato ufficialmente il Prosecco DOC Rosé e ora si punta alla sostenibilità

Una bella novità in casa Consorzio di tutela del Prosecco DOC: è arrivato il Prosecco DOC Rosé, ennesima espressione di una Denominazione nata nel 2009 e che in dieci anni si è consolidata fino a raggiungere le attuali dimensioni che la pongono, in Italia, al vertice con 24.450 ettari, 500 milioni di bottiglie circa e un volume d’affari di un paio di miliardi. 

Un territorio, distribuito tra Veneto e Friuli Venezia Giulia, che può vantare la piccola quanto famosa località di Prosecco, da cui deriva il nome della stessa Denominazione, e che ha trovato in Veneto, negli ultimi secoli, il suo territorio d’elezione e il successo internazionale. Il prosecco Doc Rosè è stato presentato ufficialmente con un evento speciale e glamour in diretta dal palco del Teatro Dal Monaco di Treviso, seguito in diretta dalle Case Prosecco, le sedi operative del Consorzio dislocate nel mondo, che a New York, Londra, Amburgo, hanno coinvolto giornalisti e operatori selezionati nel proprio bacino di competenza, con ospiti d’eccellenza tra chef, sommelier, musica e noti influencer.

Ad oggi già si contano 12,2 milioni di bottiglie di Prosecco Doc Rosé, imbottigliate dalle 85 aziende coinvolte nella nuova produzione. Si stima già che al 31-12-2020 si arrivi a 20 milioni di bottiglie imbottigliate e vendute e 40-50 milioni entro fine 2021. Parlando di mercato, la quota assorbita da quello italiano si attesta al 15-20%, vola l’export: tra l’80 e l’85%. In particolare, i mercati esteri principali sono , nell’ordine, Usa, Gran Bretagna, Canada, Paesi Nordici e Francia, a seguire Asia orientale. Nel dettaglio il 55-60% della produzione sarà assorbito dalla Grande Distribuzione Organizzata, il 30-35% destinato al mondo della ristorazione, l’1% alla vendita diretta in cantina, il 10-15% ad altro, ad esempio alla vendita on line. Dai dati raccolti presso gli operatori in questi primi mesi, appare che la quota destinata all’export sia più alta rispetto a quella riservata al Prosecco DOC. E, calcolando che tale quota export si attesti all’80% dell’intera produzione,  si stima che 16 milioni di bottiglie di Prosecco DOC Rosé varcheranno i confini nazionali entro la fine dell’anno in corso.  Il Presidente del Consorzio Stefano Zanette già pensa al futuro, dopo il Rosè:“Ora tutta la nostra attenzione e le nostre energie andranno nella direzione della sostenibilità, – ha detto – più precisamente verso l’ottenimento della certificazione di sostenibilità dell’intera denominazione e il mio più vivo auspicio è che ben presto ci si ritrovi per brindare dando il benvenuto al Prosecco Doc Green, anzi: sempre più green”.


CARATTERISTICHE:

Colore rosa tenue più o meno intenso, Perlage fine e persistente, profumi eleganti, con ricordo di fiori bianchi e di frutta rossa; riconoscibili il sentore di fiori di acacia, glicine e sfumature di violetta. Ancora i fruttati: in prevalenza fragola e lampone, con ricordo di mela verde, agrumi e frutta esotica. La sensazione effervescente si manifesta in modo piacevole e carezzevole, mai aggressiva. La veste tipica è quella di una vivace acidità che dona freschezza e l’intensità gustativa è caratterizzata da sapidità in una struttura morbida e raffinata, conferita da un maggiore affinamento sui lieviti. Il retrogusto richiama altrettanto i profumi floreali e fruttati. 

Previste le versioni Brut Nature, dove non è presente il dosaggio zuccherino, caratterizzata da note gustative intense; Extra Brut, con un residuo zuccherino limitato, dove prevalgono note sapide e acidiche; Brut, la versione più moderna dal gusto deciso, adatta a grandi piatti anche delle cucine internazionali; Extra Dry: la versione tradizionale, ideale per l’aperitivo e con piatti dai sapori delicati. Metodo Martinotti – Charmat che prevede la seconda fermentazione naturale del vino per un periodo minimo di 60 giorni da uve Glera (85 – 90%) e Pinot Nero (10 – 15%), vinificato in rosso. In etichetta è obbligatorio indicare il termine “Millesimato”, seguito dall’annata di riferimento di almeno l’85% delle uve.  

E allora…

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