Feb 11, 2022

Vino ancora nel mirino dell’Ue

Tra “Cancer Plan” e la proposta di etichettarlo con il “bollino nero” come pericoloso

Il vino fa male? Non se in piccole dosi, ne ho scritto tempo fa – se spulciate nel blog e cercate sotto “resveratrolo” – in ogni caso oggi parliamo dei rischi, anche forti, che sta correndo uno dei settori di punta del made in Italy. A breve l’Europa deciderà anche sul dossier vino e “Cancer Plan”, ovvero sulla proposta di equipararlo ad altre cose che vengono considerate nocive per la salute e accusate di favorire i tumori, come le sigarette. Come se non bastasse è arrivata un’altra proposta a livello europeo che preoccupa non poco già a leggerla, infatti ha messo sul chi va là produttori, consorzi, politici e istituzioni.

Avete mai sentito parlare di Nutriscore? E’ un sistema di etichettatura inventato dallo scienziato francese Serge Hercberg per contrassegnare con una scala di colori e lettere dalla A alla E i prodotti alimentari che possono essere considerati nocivi. E’ già adottato in Francia, contestato dagli operatori italiani dell’agroalimentare e al vaglio della Commissione europea. Hercberg qualche giorno fa ha proposto di bollare con la lettera F e il colore nero tutte le bevande alcoliche per segnalarne la pericolosità ai consumatori. Una proposta che ha fatto scattare immediatamente l’allarme.

“Il sistema di etichettatura Nutriscore è un nuovo attacco al vino italiano, francese e spagnolo: non il primo e temiamo non l’ultimo. L’intero settore vitivinicolo rischia un grave danno: è necessario che l’Europa usi il buon senso e fermi tutto, finché si è in tempo”, ha dichiarato Giovanni Busi, presidente del Consorzio Vino Chianti. “Il vino – ha aggiunto – è socialità, storia, cultura e anche sicurezza dal punto di vista idrogeologico, con la tutela delle nostre colline. Spero che i nostri parlamentari europei si facciano sentire. Si dovrebbe casomai pensare di promuovere un consumo consapevole del vino, ma definirlo pericoloso per la salute offende chi si impegna ogni giorno per offrire un prodotto di qualità. Facendo così si rischia la paralisi del settore e di creare allarmismo nel consumatore, che potrebbe fare valutazioni errate su un prodotto che invece è di qualità, un’eccellenza italiana”.

Tra l’altro non si tiene conto della quantità di alcol consumato, in nessuno dei due casi di cui si discute in Europa. “Per l’Italia il vino è cultura ed economia – ha ricordato la UIV, Unione italiana vinima soprattutto rappresenta uno dei simboli dell’italian style riconosciuto in tutto il Pianeta. Il paradosso dato dai nuovi dogmi alimentari si scontra infine con i dati dell’Organizzazione mondiale della Sanità sull’aspettativa di vita: in Europa, secondo l’Oms, Svizzera, Spagna, Italia e Francia, tra i principali consumatori di vino, sono nella top 5 europea per longevità, con il Belpaese che negli ultimi 50 anni ha diminuito i consumi di vino del 70%, imboccando da tempo la strada della qualità e della moderazione”.

Preoccupato per ciò di cui si dibatte in Europa anche il presidente del Consorzio del Vino Nobile di Montepulciano, Andrea Rossi: “Naturalmente siamo pienamente d’accordo con il piano della Commissione europea, tuttavia occorre fare attenzione a non demonizzare il consumo del vino di qualità, un prodotto che, come nel nostro caso, parte proprio da principi qualitativi di altissimo livello” ha detto, ricordando che  “sarebbe un danno all’identità del nostro prodotto che non è solo un semplice bene di consumo, ma un portatore di promozione territoriale, oltre che un motore per economia di scala legata alle tante denominazioni italiane che da anni rappresentano il made in Italy d’eccellenza”.

Sulla questione è intervenuto anche il sottosegretario alle Politiche Agricole con delega al vino, Gian Marco Centinaio, che ha chiamato in causa lo stesso presidente francese Emanuel Macron che di recente avevo elogiato il vino francese definendolo parte integrante della loro cultura. “In Francia così come per noi, è espressione di cultura e dei territori, è parte della Dieta Mediterranea, riconosciuta patrimonio immateriale dell’Umanità dall’Unesco oltre che una voce importante dell’economia italiana che nel 2021 ha fatto registrare cifre da record, superando i 7 miliardi di euro di export. Va promosso un consumo moderato e consapevole, non discriminato in modo ottuso un intero settore”, ha dichiarato. Non resta che attendere le mosse europee, sperando che si tuteli il nostro vino di qualità, ponendo solo l’accento sul danno che può fare se consumato in modo eccessivo.

E allora…

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