Mar 03, 2021

Il Grüner Veltliner secondo l’Abbazia di Novacella

Non solo in Austria. Il vitigno a bacca bianca aromatico e speziato si esprime al meglio anche in Alto Adige

In Austria è il vitigno a bacca bianca più coltivato, ma l’Alto Adige non è da meno: qui, da tempo, ha trovato terreni e condizioni climatiche ideali per donare il meglio di sé, in particolare nei vigneti della Valle Isarco. 

Parliamo del Grüner Veltliner, uno dei vitigni e vini più originali tra quelli della linea Praepositus dell’Abbazia di Novacella, una delle più antiche cantine attive al mondo, nata nel 1142.

Derivante probabilmente dall’incrocio naturale di Traminer e St. Georgen, autoctono austriaco e noto anche con il nome di “Weissgipfler”, il Grüner Veltliner viene allevato con ottimi risultati anche sulle terrazze posizionate nella conca di Bressanone, tanto che Novacella lo ha inserito nella sua linea di punta, dove l’espressione del territorio e quella del vitigno raggiungono livelli di grande eccellenza.

Ma cosa lo rende così particolare? Lo spiega Werner Waldboth, direttore vendite della cantina dell’Abbazia: “Il Grüner Veltilner è certamente uno dei vini maggiormente dotati di personalità tra quelli presenti a Novacella, difficile da dimenticare sin dal suo primo assaggio. Ha un’aromaticità, particolarmente incisiva e intensa, tutta giocata su note fruttate e speziate, grande freschezza al palato e ottima propensione all’invecchiamento”.

Il Grüner Veltiner viene allevato a Novacella a un’altitudine tra i 650 e i 700 metri sul livello del mare, su terreni composti da depositi morenici permeabili, ricchi di micascisto, paragneiss e quarzite. Ama i climi freddi, quindi, queste condizioni sono perfette per esprimersi al meglio. “E’ un vitigno che tende a dare rese abbondanti a scapito della qualità – spiega ancora Waldboth – ma che, se allevato con attenzione, riesce a esprimere un carattere unico, con una componente di acidità e mineralità che lo rendono molto dinamico al palato”. 

L’Alto Adige Valle Isarco Grüner Veltiner Doc Praepositus viene vendemmiato verso metà ottobre e vinificato per due terzi in vasche di acciaio inox, mentre il terzo rimanente in botti di rovere da 30 ettolitri. Dopo una maturazione di un anno sui propri lieviti, affina ancora un anno in bottiglia prima della commercializzazione. Di color giallo oro, appena versato nel bicchiere sprigiona un’intensa e coinvolgente aromaticità che spazia dalle note fruttate di mela matura e mela cotogna a quelle agrumate, con un tocco di miele e soprattutto di pepe rosa molto caratteristico. Al palato la componente fresca è ben bilanciata da quella sapida, con un finale che ricorda l’anice e ancora le sfumature più speziate.

E allora…

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