Nov 03, 2021

L’Italia fa squadra contro il Prosek

L’Ue chiamata a decidere sulla richiesta croata che “mina” il nostro Prosecco

Tutelare il Prosecco italiano rispetto alle pretese del Prosek croato. Una questione spinosa che continua a far discutere e che ora toccherà dirimere all’Europa, chiamata a prendere importanti decisioni che ci riguardano da vicino, anche se la strada sembra in salita.

L’Unione italiana vini (Uiv), che con i suoi associati rappresenta circa il 75% della produzione e imbottigliamento di Prosecco, ha detto di essere “particolarmente sorpresa e preoccupata dall’approccio ‘bicefalo’ assunto dalla Commissione europea nel suo compito di difensore del sistema delle indicazioni geografiche che essa stessa ha contribuito a creare. Da un lato, infatti, Bruxelles conduce un importante lavoro a livello internazionale per proteggere le denominazioni di origine europee negli accordi con i paesi terzi – si denuncia – dall’altro, vorrebbe consentire il riconoscimento di una menzione omonima che evoca la denominazione Prosecco proprio in ambito comunitario. Con il risultato di indebolire la protezione e la reputazione di una delle Dop di maggiore successo, che da sola rappresenta un terzo delle importazioni mondiali di vino spumante e oltre l’80% degli sparkling imbottigliati in Italia (525 milioni di bottiglie)”.

La questione resta spinosa: alla riunione conclusiva a Venezia del gruppo di lavoro che esamina il dossier Prosek, la principale associazione del settore ritiene che “l’eventuale riconoscimento del vino croato con menzione tradizionale omonima non rappresenterà solo un inganno ai consumatori, ma avrà anche l’effetto di diluire e sfruttare la reputazione e il riconoscimento creati negli anni da un’indicazione geografica anche attraverso ingenti investimenti, compresi quelli effettuati per proteggere il nome dalle violazioni, sia in ambito comunitario che nei paesi terzi”. 

Prosecco Hills, vineyards panoramic landscape. Unesco Site. Valdobbiadene, Treviso, Veneto, Italy, Europe.

Il Prosecco italiano nel tempo ha determinato un effetto traino nell’export del made in Italy enologico con una crescita delle vendite degli spumanti tricolori del 400% negli ultimi 20 anni. L’Osservatorio del vino Uiv registra inoltre un’impennata dell’export nei primi 7 mesi di quest’anno, con il Prosecco che è cresciuto a valore del 32% per un corrispettivo vicino ai 700 milioni di euro.

L’Italia però fa squadra e auspica in una decisione europea che tuteli il nostro Prosecco. Il sottosegretario alle Politiche agricole alimentari e forestali, Gian Marco Centinaio, dopo la riunione di Venezia ha spiegato: “Abbiamo ribadito che il Prosecco rappresenta una tipicità esclusivamente italiana e che il Prosek è imitazione, evocazione. I tecnici italiani hanno messo nero su bianco tutte le ragioni per dire no alla richiesta croata. Abbiamo trovato motivazioni storiche e giuridiche che ci fanno essere ottimisti. L’intero Sistema Paese – ha proseguito il sottosegretario – ha lavorato unito per difendere una delle eccellenze del nostro patrimonio agroalimentare, nonché il maggiore successo commerciale degli ultimi anni”.

Nel 2020 sono state prodotte 500 milioni di bottiglie di Prosecco per 2,4 miliardi di euro di fatturato al consumo. Negli ultimi cinque anni sia le esportazioni sia il valore della produzione sono aumentati di circa il 30 per cento, arrivando a sfiorare una quota del 25% del valore totale nazionale delle DOP del vino.

Dal canto suo la Croazia sostiene che il nome e la tradizione del Prosek siano antichi e addirittura precedenti alla denominazione del Prosecco nel sistema Ue, e che il suo posto come vino da dessert lo renda comunque ben distinto dal Prosecco. Il Prosek, per chiarezza, non c’entra nulla con la bollicina italiana che si produce nel Nord-Est da uve di tipo Glera. E’ un vino da dessert ambrato che si produce da vitigni autoctoni della Croazia e assomiglia a un passito. Perché quindi confondere il consumatore e privare ogni vino della sua identità e cultura? La difesa italiana con l’opposizione alla richiesta croata di riconoscere il Prosek come menzione tradizionale, dovrà essere dovrà essere inviata agli uffici della Commissione Europea entro il 21 novembre.

E allora …

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