Produzione in calo ma di qualità secondo il Consorzio. Ma si spera che arrivino le piogge
Rientro dalle vacanze, rientro al lavoro, ripartenza delle attività e del blog che devo dire mi è mancato. L’attività social e il viaggio nel mondo del vino sono andati avanti ma in questo spazio manco da qualche settimana. Ed eccoci subito con una notizia “vinosa” di stretta attualità. Le previsioni sulla vendemmia 2021.
Parliamo nel dettaglio di Chianti: aspettiamoci una produzione un po’ in calo ma di qualità. Il calo, fa sapere il Consorzio, è conseguenza della gelata di primavera ma la lieta notizia è che ci si aspetta un vino che potrebbe entrare a pieno titolo nel novero della annate migliori, la qualità dell’uva, infatti, è ottima.
Ecco cosa ha detto il presidente del Consorzio Vino Chianti, Giovanni Busi: “Dopo la gelata le prime stime indicavano una riduzione della produzione del 30-40%. Per fortuna, le piante hanno reagito bene e, alla fine, il dato effettivo parla di un calo ma non così importante. Insomma, il danno è minore di quello che pensavamo. Possiamo tirare un piccolo sospiro di sollievo. Ancora però non possiamo festeggiare. Le prossime settimane – ha avvertito – saranno decisive, specie dal punto di vista climatico. Dobbiamo sperare che comincino le piogge, perché un periodo di perdurante siccità manderebbe le viti in sofferenza, con ricadute negative sulla quantità. Dobbiamo quindi augurarci che la stagione segua il suo naturale evolversi. Il 2021 dovrà essere un anno di ripartenza anche per il comparto vino. Incrociamo le dita, confidando in un normale passaggio dall’estate all’autunno”.
Intanto, per il Chianti arrivano buone notizie sul fronte delle vendite: a giugno sono cresciute del 15% rispetto allo stesso mese del 2020. “Per la vendemmia 2021 – ha spiegato ancora Busi – abbiamo deciso una riduzione delle rese del 15% per mantenere in equilibrio la produzione e il mercato. Per fortuna il mercato sta riprendendo e il prodotto in magazzino c’è, quindi con questa decisione garantiamo un ritorno economico maggiore per la fase della produzione. L’obiettivo è quello di consolidare la crescita al fine di garantire alla fase della produzione una marginalità che prima non c’era”.
E allora…