Apr 02, 2021

Vino Nobile di Montepulciano menzione “Pieve”

Al via l’iter di modifica al disciplinare della prima Docg d’Italia

Guardare al futuro partendo dalla propria storia e identità e il valore. E’ il presupposto con cui il Consorzio del Vino Nobile di Montepulciano, nel difficile anno della pandemia, ha dato vita a un percorso di riappropriazione delle origini della viticoltura nel borgo della prima Docg d’Italia cercando allo stesso tempo la chiave per lavorare sul futuro della denominazione.

E dopo un lungo lavoro, l’assemblea dei produttori ha dato il via unanime all’introduzione di una terza tipologia di Docg: il Vino Nobile di Montepulciano menzione “Pieve” (attualmente il disciplinare prevede Vino Nobile di Montepulciano e Vino Nobile di Montepulciano Riserva).

 “Un risultato importante che è partito da una analisi critica della nostra denominazione fatta insieme a tutti i veri protagonisti, i produttori stessi – ha commentato Andrea Rossi, presidente del Consorzio – metterà insieme nella stessa bottiglia passato, presente e futuro del nostro vino”.

La volontà di ampliare il disciplinare di produzione ha portato all’individuazione dei caratteri chiave di questa nuova tipologia di Vino Nobile di Montepulciano che sarà caratterizzato non solo nel nome (sarà infatti riportato il nome del territorio di produzione), ma anche nelle sue caratteristiche che daranno vita a un vino capace di legare il passato dell’enologia locale con il presente e il futuro, guardando al consumo internazionale. Un vino che avrà come caratteristiche il territorio (con le sottozone, Unità geografiche aggiuntive), l’uvaggio che sarà legato al Sangiovese e ai soli vitigni autoctoni complementari ammessi dal disciplinare con uve esclusivamente prodotte dall’azienda imbottigliatrice. L’altra novità è che verrà istituita una commissione interna al Consorzio composta da enologi e tecnici la quale avrà il compito di valutare, prima dei passaggi previsti dalla normativa, che le caratteristiche corrispondano al disciplinare stesso. 

Con l’approvazione unanime del disciplinare da parte dell’assemblea, ora l’iter porterà la richiesta alla Regione Toscana la quale, una volta approvato il testo lo invierà al Mipaaf per passare i controlli della commissione preposta. Vista la possibilità di rendere retroattivo alla vendemmia 2020 il disciplinare, considerati i tempi di affinamento che sono di 36 mesi, la messa in commercio della prima annata dovrebbe essere il 2024.

Lo studio storico della geologia e della geografia del territorio ha portato alla individuazione di 12 zone, definite nel disciplinare di produzione UGA (Unità geografiche aggiuntive), che saranno anteposte con la menzione “Pieve” in etichetta. Questo aspetto rappresenta l’identità del Vino Nobile di Montepulciano che guarda appunto al passato. La scelta di utilizzare i toponimi territoriali riferibili a quelli delle antiche Pievi in cui era suddiviso il territorio già dall’epoca tardo romana e longobarda, nasce da un approfondimento di tipo storico, paesaggistico e produttivo vitivinicolo.

In particolare la volontà del Consorzio del Vino Nobile di Montepulciano è quella di ribadire e codificare una realtà fisica con antica radice storica, che ha caratterizzato il territorio poliziano fino all’epoca moderna e che trova la sua eco anche nel catasto Leopoldino dei primi decenni del XIX secolo, che suddivideva il territorio in sottozone definite con il toponimo.  “Abbiamo pensato di anteporre il nome della Pieve alla sottozona guardando a 500 anni di storia di Montepulciano” ha sottolineato il Presidente Andrea Rossi. La nomenclatura definitiva che caratterizzerà l’etichetta sarà dunque “Pieve nome” Vino Nobile di Montepulciano – Docg – Toscana.
E allora…

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