Dall’antica Grecia ad oggi, un po’ di chiarezza sul prodigioso resveratrolo in un calice di rosso
Il vino fa male, il vino fa bene, facciamo un po’ di chiarezza. Ovviamente il vino va bevuto sempre con moderazione e consapevolezza, non bisogna abusarne, ma per tanto tempo in molti hanno sostenuto, e molti continuano a sostenerlo, che nel vino ci siano anche sostanze benefiche per l’organismo e, soprattutto in un momento in cui si continua a discutere di dealcolati e si combatte per spingere le persone a mangiare sempre meglio a tavola, perché la salute parte anche da lì, sarebbe importante dare un quadro completo su reali benefici e proprietà, non solo condannare alcol e calorie contenute in un calice di vino.
E allora vediamoli questi benefici attribuiti al nostro vino. Parliamo di vino rosso in particolare; alzi la mano chi almeno una volta non ha sentito dire che un bicchiere al giorno aiuta a proteggere da malattie cardiovascolari e invecchiamento. Bisogna andare molto indietro nel tempo per scoprire quali popoli per primi usavano il vino come “rimedio naturale” attribuendogli proprietà benefiche. Nell’antica Grecia, Ippocrate (IV d.C.) suggeriva di berne un bicchierino come terapia analgesica per alcune malattie cardiovascolari. I romani, all’epoca del grande Impero, davano vino ai loro soldati per aumentarne la resistenza in battaglia e le difese immunitarie!
C’è un famoso studio che ha destato interesse nel mondo, il cosiddetto “paradosso francese”, temine coniato da Serge Renaud, un ricercatore dell’Univesità di Bordeaux, che giustificava il basso tasso di malattie cardiovascolari e la longevità dei francesi, nonostante la loro dieta ricca di formaggi e cibi grassi, con l’abitudine di bere ai pasti un buon quantitativo di vino rosso. Negli anni ’90 Renaud disse pubblicamente che un consumo costante e moderato di vino rosso avrebbe diminuito considerevolmente il rischio di infarto nei soggetti sottoposti allo studio, inibendo la coagulazione delle piastrine. Il suo studio destò stupore e molto interesse, anche negli Stati Uniti, e fece aumentare le vendite di vino; ancora oggi se ne discute e ci si chiede quanto ci sia di effettivamente vero. Lo studio sottolineava comunque che per i francesi che ne abusavano gli effetti benefici sparivano.
Ma cosa sappiamo davvero del vino e delle sue proprietà? Quello che è certo è che l’azione positiva attribuitagli dipende da una piccola molecola, il resveratrolo, che si trova anche in alimenti come frutta e verdura, in particolare violacei come mirtilli e frutti di bosco, nelle arachidi, nel cacao, in alcune spezie, e che ha la funzione di proteggere i vegetali dagli stress esterni.
Il resveratrolo è un polifenolo che può svolgere la stessa funzione “protettiva” anche sull’uomo. Ha numerose proprietà: anti-aging, antinfiammatorie e antiossidanti, antimicrobiche, di stimolazione dei processi della regolazione del ciclo cellulare, si dice che favorisca l’irrorazione sanguigna, abbassi la pressione alta del sangue e influisca positivamente anche sul metabolismo dei lipidi. Secondo numerosi studi può aiutare a prevenire malattie cardiovascolari, neurodegenerative, metaboliche e a lungo si è discusso anche delle sue possibili proprietà antitumorali anche se il dibattito è molto aperto su questo fronte e in continua evoluzione, perché di contro molti altri studi inseriscono il consumo di alcol tra i fattori di rischio.
Ma è solo nel vino rosso? In quantità molto minori è anche nel bianco perché questo flavonoide è presente soprattutto nella buccia dei vegetali e se parliamo di vino bianco sappiamo che le bucce restano per poco tempo a contatto con il succo e il contenuto di resveratrolo che si conserva è davvero esiguo rispetto a quello presente nel rosso.
Anche tra i vini rossi poi ci sono grandi differenze nel contenuto di polifenoli, quindi di resveratrolo, in base al terreno, al clima, alla maturazione delle uve, ecc… ma qui andiamo per il sottile, accontentiamoci della differenza con i bianchi. L’importante però è essere ben consci di cosa si mangia e cosa si beve. Se il vino piace, insomma, e se ne fa, come si dovrebbe, un consumo limitato, fa piacere anche sapere che qualcosina di buono, oltre all’appagamento dei nostri sensi e all’effetto positivo sul buon umore, in quel nostro amato bicchiere c’è. Ma bisogna tener presente che la quantità giornaliera di resveratrolo da assumere per avere grandi effetti benefici sull’organismo – quelli elencati poco sopra che lo rendono simile a un potente medicinale – è molto maggiore della quantità di vino consigliata di un bicchiere al giorno da consumare. La salute, è vero, si combatte anche a tavola, ma unendo gli alimenti in modo giusto e sapiente, e mantenendo un stile di vita sano ed equilibrato. In ogni caso gli effetti di questo polifenolo sono ormai noti e si continuerà di sicuro a studiarlo, sapendo che un bicchiere di rosso non è la soluzione anti-invecchiamento.
Essere informati, però, del fatto che una quantità piccolina è anche nel vino in qualche modo farà piacere ai wine lovers come me per cui il momento della degustazione è un momento sacro che va al di là di ogni ricetta di giovinezza.
E allora…