Qualche piccolo trucco per riconoscere Spumante e Champagne di qualità
Sono tempi difficili e un po’ strani che vanno avanti da mesi. Ci sentiamo, almeno io, in un limbo. Fermi e in attesa. Saranno un Natale e delle feste diverse quelle del 2020. Non potremo stare a tavola con le persone più care come gli altri anni e brindare tutti insieme. E’ lontana la voglia di fare festa, celebrare, stappare una bella bottiglia…. E proprio di questo oggi vi vorrei parlare, di bollicine, da sempre associate ai festeggiamenti.
Anche se sono giorni faticosi i pensieri positivi fanno bene. E non bisogna associare le bollicine solo ai compleanni, agli eventi più importanti, al Cin di mezzanotte. Spumante, Champagne, Prosecco, vino frizzante sono perfetti per ogni occasione, dall’aperitivo al dessert. Io in alcuni casi e con alcuni piatti amo addirittura pasteggiarci. L’importante è sempre sapere ciò che stiamo bevendo e riconoscerne la qualità e le caratteristiche. Ci sono piccole regole e curiosità da sapere per non sbagliare.
Per giudicare e apprezzare le bollicine la prima cosa è osservare il perlage, ovvero le bollicine che si sviluppano quando il vino è versato nel bicchiere e salgono in alto, l’effervescenza. Una parola francese ormai entrata anche nel nostro vocabolario ma che aiuta a capire: le bollicine formano come delle piccole collane di perle, delle catenelle che vanno verso la sommità del bicchiere e più queste sono numerose, piccole e continue, o meglio persistenti, più lo spumante sarà di qualità e pregio.
Andiamo con ordine; le bollicine sono una conseguenza della liberazione di anidride carbonica che si sviluppa durante la rifermentazione e che poi resta all’interno della bottiglia e si discioglie con l’alta pressione presente. Quando si stappa e si versa il vino, la caduta di pressione crea l’effetto dell’effervescenza, l’anidride carbonica torna allo stato gassoso e le bollicine tendono a risalire in superficie; e si formano la cosiddetta “spuma” e le catena di perle.
Oltre ad apprezzare esteticamente la risalita delle bollicine nel bicchiere bisogna considerare il loro ruolo fondamentale: esse infatti portano con sé le molecole aromatiche del vino che poi vengono rilasciate e arrivano direttamente ai nostri sensi come sensazioni nel naso e nella bocca.
Bollicine piccole, numerose e persistenti, come dicevo prima, sono tipiche di un vino di qualità; mentre bollicine poco numerose, grossolane e lente nella risalita sono sintomo di scarsa qualità, anche perché queste bollicine faranno fatica a rilasciare le molecole aromatiche con continuità.
Ma non è tutto: a volte ci sono fattori esterni che possono influenzare la valutazione di uno spumante, quindi bisogna considerare tutte le variabili: la temperatura a cui viene servito, il bicchiere in cui si versa (nel flûte rispetto alla coppa le bollicine fanno un percorso più lungo per salire), la pulizia del bicchiere, il servizio (versando lentamente lungo le pareti l’effervescenza si mantiene più a lungo).
E voi quando le bevete le bollicine? E quando le bevete fate caso a tutte queste cose?
E allora…